Un accumulatore seriale è un individuo che ha grande difficoltà a separarsi dagli oggetti in suo possesso, anche se risultano completamente inutili. Aiutare un accumulatore seriale è molto difficile. Continua ad acquistare o collezionare grandi quantità di oggetti di dubbia utilità fino a riempire completamente la propria casa rendendola inabitabile.
Aiutare un accumulatore seriale: cause e cure della disposofobia
Quando ha una certa disponibilità economica chi soffre di questo disturbo arriva addirittura ad affittare depositi o garage in cui nascondere parte degli oggetti che ha accumulato nel corso degli anni.
Questo comportamento è un serio disturbo mentale molto più diffuso di quanto si creda, ma fortunatamente ci sono diverse strategie per gestirlo.
Negli ultimi anni, soprattutto negli Stati Uniti, questa condizione patologica è andata incontro a un processo di spettacolarizzazione: vari programmi televisivi hanno messo in scena lo sgombero delle case e degli altri spazi destinati all’accumulo.
Per quanto questi programmi abbiano permesso di diffondere la conoscenza della malattia, hanno anche presentato la patologia in maniera troppo semplicistica. Il problema della sindrome di accumulo è invece estremamente complesso e va affrontato in maniera graduale, costante e ragionata.
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Cos’è la disposofobia?
La cosiddetta “malattia di chi non butta via niente” è conosciuta scientificamente con il nome di disposofobia. Il nome deriva dalla combinazione del verbo inglese “to dispose” con la parola greca “fobia”. Una traduzione letterale della parola potrebbe essere “paura di buttare” o “paura di riordinare”.
Un accumulatore seriale, infatti, prova grande disagio al solo pensiero di separarsi dagli oggetti che ha accumulato e non si rende conto della gravità delle condizioni in cui spesso si riduce a vivere.
Proprio la manifestazione di questo insopportabile disagio al momento della separazione da un oggetto caro è un sintomo fondamentale per la diagnosi del disturbo di accumulo seriale.
Come differenziare una persona affetta da disposofobia da un accanito collezionista?
Per distinguere una persona affetta da disposofobia da un accanito collezionista basta invece prendere nota della maniera in cui viene portato avanti l’accumulo. Un collezionista tiene in perfetto ordine ogni oggetto della sua collezione, che risulta sempre raggiungibile e in perfette condizioni. Al contrario, un accumulatore seriale è vittima del suo stesso caos e non possiede schemi organizzativi razionali.
Bisogna specificare però che una persona che soffre di disposofobia non è necessariamente disfunzionale in ogni ambito della sua vita. Questo significa che in certi casi un accumulatore seriale può avere una vita lavorativa normale o addirittura di successo ed è in grado di gestire senza problemi magazzini, forniture di merce, archivi di documenti eccetera. Questo indica che le difficoltà di un accumulatore seriale non si verificano quando il paziente è chiamato a prendere decisioni che non riguardano la sua sfera personale o a organizzare materiale che senza alcuna valenza affettiva.
Le motivazioni razionali che spingono un accumulatore seriale a stipare la propria casa con ogni tipo di oggetti possono essere perfettamente accettabili. Ad esempio riciclare, non sprecare, custodire i ricordi di una vita. Il problema è che quelle che in teoria sono ottime intenzioni finiscono per avere conseguenze molto dannose.
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Conseguenze più comuni del disturbo da accumulo
Una delle prime conseguenze della patologia sulla vita di un accumulatore seriale è che la casa in cui l’accumulatore vive diventa ingestibile e inabitabile.
Tutte le superfici sono letteralmente invase di oggetti o di spazzatura, tanto che risulta completamente impossibile raggiungere, utilizzare o eventualmente riparare mobili, elettrodomestici e addirittura servizi sanitari.
Anche l’isolamento sociale è una problematica molto grave per chi soffre di questo disturbo. Al fine di nascondere le condizioni in cui vive un accumulatore seriale evita completamente il contatto con altre persone e addirittura con i suoi parenti più prossimi, perché non sopporta l’idea che possano interferire con il suo stile di vita.
La presenza di altri abitanti all’interno della casa purtroppo non migliora la situazione: se vive insieme ad altre persone, l’accumulatore seriale costringe i suoi familiari a vivere in situazioni socio sanitarie spesso terribili.
Il fatto che gli accumulatori seriali diventino via via più bravi nel nascondere la propria patologia fa sì che sia sempre piuttosto difficile individuarli. Spesso il momento in cui un accumulatore seriale viene “scoperto” è quando i suoi parenti o i suoi vicini di casa chiedono l’intervento delle forze dell’ordine per sgomberare patii, giardini o appartamenti da cui fuoriescono odori insopportabili.
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“Perché non riesco a buttare via niente?”: le cause della disposofobia
Fino a non molti anni fa gli specialisti classificavano la disposofobia come un aspetto del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). Era stato osservato infatti che gran parte dei pazienti affetti da disposofobia manifestavano anche comportamenti ossessivi compulsivi.
Successivamente però è stato dimostrato che il disturbo da accumulo è strettamente collegato anche a disturbi d’ansia e di panico nonché a fasi depressive.
Questo ha fatto emergere che l’accumulatore seriale ha problemi nell’operare un processo decisionale. Non è in grado di decidere in maniera efficiente cosa buttare e cosa conservare perché prende in esame troppi aspetti della questione. Ciò conferisce troppa importanza emotiva a ogni singolo oggetto che possiede.
È inoltre emerso che spesso un accumulatore seriale ha subito uno o più traumi nel corso della vita e ha sviluppato il disturbo da accumulo come strategia di gestione dell’ansia derivata dai traumi che ha vissuto.
Molto spesso infatti l’accumulatore seriale rimpiazza i rapporti con le persone (che spesso lo spaventano, proprio a causa dei traumi pregressi) creando rapporti sentimentali con gli oggetti che accumula. Per questo motivo separarsi dagli oggetti che invadono la sua casa è così doloroso per lui.
Gli oggetti raccolti da un accumulatore seriale funzionano quindi da “supporto emotivo”, sono in grado di comunicare tranquillità e sicurezza oltre a cristallizzare il tempo intorno a ricordi più o meno felici.
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Come si cura un accumulatore seriale?
Dal momento che le cause della patologia da accumulo seriale sono psicologiche, per guarire un accumulatore è strettamente necessario intervenire sul piano psicologico.
In questo senso diventa strettamente necessaria una terapia cognitivo – comportamentale, che sia in grado di individuare la causa del trauma e possibilmente “risolverla” per rimuovere dalla vita presente dell’accumulatore le conseguenze del trauma vissuto in passato.
Sarà inoltre necessario fornire al malato nuovi strumenti decisionali, insegnandogli cioè a decidere efficacemente cosa buttare e come trattenersi dal fare nuovi acquisti.
Infine, si dovrà operare una ristrutturazione cognitiva che permetta al malato di gestire i sintomi di ansia con strategie differenti rispetto all’accumulo.
Non è raro che, contemporaneamente alla terapia cognitivo comportamentale, all’accumulatore seriale vengano prescritti ansiolitici e antidepressivi.
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Quando e come procedere alla liberazione degli spazi abitativi dell’accumulatore seriale?
Dalla sua definizione emerge che la disposofobia è sempre sintomo di una condizione psicologica piuttosto grave, che sia ansia, depressione o disturbo ossessivo compulsivo. Ne deriva che non si può eliminare definitivamente il sintomo senza lavorare sulle sue cause.
Per questo motivo è strettamente necessario mettere l’accumulatore seriale nelle condizioni di liberarsi da solo delle cose inutili. In questo modo imparerà via via ad operare le decisioni necessarie a mantenere funzionali la sua casa e i suoi comportamenti sociali.
Il processo di liberazione della casa può essere molto lento proprio a causa del fatto che un accumulatore seriale impiegherà molto, molto tempo ad abituarsi all’idea di buttare le cose che ha accumulato.
Insistere in maniera ossessiva o invadere la privacy dell’accumulatore seriale buttando le sue cose al posto suo non è sempre il modo migliore. Questo potrebbe scatenare una reazione di difesa, di rifiuto e di ostilità da parte del paziente. Sarà molto meglio invece operare uno sgombero e la disinfestazione della casa quando il paziente sarà d’accordo. Quindi anche lui sarà pronto ad affrontare una nuova fase della sua esistenza.
Una volta compresa la gravità della sua situazione non è raro lo stesso accumulatore richieda un intervento diretto e radicale per liberare la sua abitazione. Così il processo sarà più facile e indolore, senza il rischio di “ricadute”.
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Cosa si può trovare in casa di un accumulatore seriale?
Le persone affette da disposofobia non accumulano sempre gli stessi oggetti. Alcuni accumulatori si concentrano infatti solo su un tipo di oggetto (soprammobili, fumetti, macchinine giocattolo, abiti, scarpe eccetera). Altri invece, non riescono a liberarsi di nulla, nemmeno dell’immondizia.
Per questo motivo si può affermare che nella casa di una persona affetta da disturbo di accumulo si può trovare letteralmente di tutto.
Dal momento che nella maggior parte dei casi è assolutamente impossibile pulire regolarmente l’abitazione, al momento di uno sgombero ci si troverà di fronte anche a infestazioni di topi e di insetti, molto spesso di scarafaggi.
Ne consegue che le operazioni di pulizia possono diventare pericolose dal punto di vista sanitario e quindi, nei casi più gravi, è assolutamente necessario affidarle a persone competenti e ditte specializzate.
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Conclusioni
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